mercoledì 20 agosto 2014

Festival Musicali: non solo rock

Ultra Music Festival, Miami Beach (USA)
L'editoriale del magazine francese Classica - Le Meilleur de la musique classique et de la Hi-Fi (numero 164, luglio-agosto 2014), firmato dal direttore della rivista B. Dermoncourt, è dedicato ai festival musicali estivi. 
Dermoncounrt scrive che ogni estate, in Francia, ci sono più di duemila festival musicali. È presumibile che includa nel conteggio anche le piccole rassegne locali o amatoriali. In ogni caso, anche se fossero un decimo ovvero 200, si tratta comunque una cifra importante e, se alla Francia aggiungiamo il resto del mondo, abbiamo la prova che i Festival Musicali siano e continuino a essere un successo. 
Il motivo di ciò? Come scrive Dermoncourt «Ogni festival racchiude una festa». 
Per il pubblico è piacevole e divertente partecipare a sereni momenti di convivio in cui la musica diventa sia uno stimolo («Vado al Festival XYZ perché ci suona questa band poi quest'altra band e anche (ecc)») che un'occasione di incontro e di scambio. Ai festival vige la legge della compensazione: se una delle live performance è poco soddisfacente magari ce ne sarà un'altra che, a sorpresa, si rivelerà più interessante del previsto.  
Per gli appassionati di rock questi eventi nascono più o meno negli anni Sessanta, con lo 'scandalo elettrico' di Bob Dylan al Newport Folk Festival (25 luglio 1965) o con il Monterey International Pop Festival (16-18 giugno 1967). 
Apollo, dio chitarrista della luce

Non è così: i festival musicali esordirono più di 2500 anni fa, nel sesto secolo Avanti Cristo, quando gli antichi Greci organizzarono i primi Giochi Pitici di Delfi che comprendevano gare sportive e performance musicali.
Nel corso del tempo i Festival hanno subito profonde trasformazioni strutturali e, agli albori del XIX xecolo, i britannici crearono il modello di business applicato ancora oggi: alcune giornate di musica dal vivo e possibilmente all'aperto, con il pagamento di un biglietto per la singola giornata o cumulativo per l'interea rassegna. Non solo musica: oltre ai concerti c'è la possibilità di mangiare o bere qualcosa presso bancarelle e punti di ristorazione situati nei pressi dei palchi (in anni recenti si sono aggiunti anche i banchetti con merchandising di vario genere), nonché di campeggiare o di trovare una stanza in cui alloggiare nottetempo.
Attualmente i Festival Musicali 'certificati' in Italia sono una cinquantina, negli Stati Uniti circa 250, in Inghilterra più di cinquecento. 
Il record di maggior affluenza lo detiene il Summerfest di Milwaukee, nel Wisconsin: undici giorni di musica live, quasi un milione di paganti per ogni edizione. 
Nel numero 21 di Classic Rock Lifestyle ancora per qualche giorno in edicola (l'ultimo numero della gloriosa gestione Tosini-Tronconi-Principato-Fassina-Mora) c'è un mio articolo originale sul celeberrimo Festival di Woodstock. Mi sono divertito a scriverlo e a riprendere in mano tutto ciò che riguardava quelle giornate musicali del lontano agosto 1969 ma credo che, vista l'offerta attuale, non sia salutare chiudersi nella nostalgia dei good old days: in giro ci sono parecchi festival che meritano attenzione, soprattutto festival di Musica Classica, di Elettronica, di Cross-over/Cross-genre e di World Music

Per esperienza diretta posso dire che, generalmente, i Festival Jazz italiani sono infestati da zombi (musicisti o ascoltatori) appassionati di musica morta ovvero di jazz degli anni quaranta/cinquanta. Tali Festival, pertanto, sono da evitare accuratamente (ma esiste qualche limpida eccezione, come l'ottimo Ferrara Jazz Festival). 
Lo stesso discorso vale per molti, pure troppi Festival Rock: noiosi e ripetitivi, affollati da band mediocri che soffocano (in termini quantitativi) i pochi gruppi o artisti davvero interessanti in cartellone, i festival rock italiani sono solo un'occasione di business dove, nel migliore dei casi, il pubblico avrà il pregio di scolare pinte di birra per poi ascoltare - un po' stordito - l'ennesima versione di canzoni famose che conosce a memoria oppure, nel peggiore dei casi, subirà le fantasie musicali di band senza storia senza talento che spariranno nel nulla alla fine della stagione.
Anche in questo caso esistono delle eccezioni e sono i Festival Internazionali di Progressive Rock (per informazioni visitate il sito Prog Archives).
Dunque: lunga vita ai Festival, soprattutto a quelli che hanno ancora senso.

Maurizio Principato

martedì 19 agosto 2014

Philip Sayce, il teaser dell'album

Nei primi giorni di questo blog vi ho parlato del nuovo album, "Influence" di questo chitarrista canadese, disco che mi ha davvero entusiasmato e che, come previsto, non è ancora uscito dal lettore della mia autoradio.

In questi giorni è stato reso disponibile il teaser dell'album così potete farvi un'idea:


Almanacco Rock del 19 agosto

1918 - al Century Theatre di New York esordisce il primo musical di un nuovo autore: “Yip Yip Yaphank” scritto da Irving Berlin.

Ginger Backer
1939 - nasce uno dei più grandi batteristi della Storia del Rock: Ginger Baker. Noto ai più per la sua militanza nel super gruppo dei Cream, assieme a Jack Bruce e Eric Clapton.

1945 - nasce il cantante dei Deep Purple (ma anche di “Jesus Christ Superstar”, Black Sabbath) Ian Gillian.

John Deacon
1951 - a Leicester, UK, Lilian da alla luce un bel maschietto, per la giocai di suo marito Arthur. Lo chiameranno John, John Deacon e tutti noi lo conosciamo come il bassista dei Queen.

1969 - Crosby, Stills e Nash fanno una apparizione al Dick Cavett Show, sono i primi partecipanti a Woodstock a comparire in TV dopo il Festival. Nella stessa serà anche Joni Mitchell sarà ospite dello spettacolo e canterà proprio la canzone “Woodstock” scritta in onore del festival, anche se lei non era presente.

Rita 'Delta Lady' Coolidge
1973 - il cantante e attore Kris Kristofferson si sposa con la cantante e corista Rita Coolidge. La Delta Lady, così era conosciuta, fu una delle donne più amate nell’ambiente del rock di quel periodo, tra i suoi spasimanti si possono trovare Joe Coocker,  Leon Russell e due terzi dei CS&N, Graham Nash e Stephen Stills.

1980 - a Toronto circa 1.400 persone si scagliano contro servizio d’ordine e polizia al concerto di Alice Cooper, o meglio, a quello che sarebbe dovuto essere il concerto di Alice, che invece fu cancellato per problemi di salute del cantante.

"Hound Dog" di Elvis Presley
1988 - il brano "Hound Dog”, nell’interpretazione di Elvis Presley viene certificato come quello più suonato nei primi cento anni di vita del jukebox.

1997 - esce “The Dance”, l’album della reunion dei Fleetwood Mac.

domenica 17 agosto 2014

"Implacabile" di Yngwie Malmsteen

Ed ecco finito anche il memoir, come riportato in copertina, di Yngwie. Ammetto di non aver mai amato particolarmente ne la musica ne il personaggio di Malmsteen e questo libro ha avuto su di me un duplice effetto.
Se da una parte mi ha portato a capire che quello di Yngwie non è un personaggio ma proprio lui, come è davvero, dall'altra non è che mi abbia comunque fatto innamorare di lui.
Per quanto riguarda l'aspetto musicale il discorso è analogo, la tecnica del chitarrista svedese è assolutamente pazzesca e i racconti degli anni di studio «matto e disperatissimo» (citazione non di Yngwie ma di Leopardi) non possono che farmi apprezzare la devozione alla chitarra di questo ipertricotico musicista.
Di contro, tutto quello che racconta della sua musica e la 'pesantezza' che ci mette non smuove di un millimetro la mia voglia di ascoltarla.
Insomma, questo libro edito da Arcana (320 pag., € 19,50) è esattamente come Yngwie e la sua musica: smargiasso, sopra le righe, autoindulgente, ridondante, ampolloso e anche un po' sovrappeso.
Detto questo, se siete fan della chitarra elettrica e il vostro sogno è di suonare alla velocità della luce, non potete non leggerlo.

sabato 16 agosto 2014

Il Re è morto

«Fino alla prossima volta che ci incontreremo, Dio vi benedica tutti, come ha benedetto me».
Elvis Presley

Il 16 agosto 1977, alle ore 13,30, Ginger Alden entra nel bagno personale di Elvis è lo trova riverso sul pavimento, agonizzante.
Nonostante l’intervento dei paramedici e il trasporto al Baptist Memorial Hospital di Memphis, alle 15,00 Elvis Aaron Presley viene definitivamente dichiarato morto, aveva solo 42 anni.
La notizia parte da Graceland, residenza privata del Re, è fa il giro del mondo lasciando gli innumerevoli fan, ma anche chi non lo è, basito e sconvolto.
Solo un’ora dopo la morte di Elvis, circa un migliaio di persone si accalcano fuori dai cancelli di Graceland. Ora della tarda serata saranno più di ottantamila.
Elvis era il Re, la storia del Rock, ma anche della musica in generale e della società americana, più essere tranquillamente divisa in un era pre-Elvis e una post-Elvis.
Per dirla come Keith Richards: «Prima di Elvis il mondo era in bianco e nero. Poi è arrivato... ed ecco un grandioso technicolor».

Gualtiero ‘BigG’ Tronconi

«La sua era l'unica voce che avrei voluto, tra tutte quelle dei cantanti di musica pop».
Placido Domingo

«Non hai idea di quanto grande sia, davvero non lo sai. Non puoi capirlo - è assolutamente impossibile. Non posso dirti perché è così grande, ma lui lo è».
Phil Spector

«Quella sera al "Eagle's Nest", mi ricordo, stava suonando una chitarra acustica Martin D-18 ed era vestito all'ultima moda ma la cosa che ho davvero notato però, era il suo modo di suonare la chitarra. Elvis era un chitarrista ritmico favoloso. Aveva iniziato con "That's All Right", con la sua chitarra, da sola, e non voleva sentire niente altro».
Johnny Cash

«Una volta, tutto ciò che sapevamo su Elvis era che cantava come un figlio di puttana; e questo era tutto ciò che contava. Andavi a fare benzina e alla stazione di servizio sentivi Elvis cantare "Surrender”. Il mistero era tutto per quel ragazzo; la voce, il mistero e il non sapere E penso che la cosa bella di tutto ciò che si sente alla radio è che non si vuole sapere troppo».
Robert Plant

«Elvis ha cambiato la scena musicale del paese un bel po'; ha quasi messo musica country fuori mercato».
Chet Atkins

«Insieme al resto dei Deep Purple, una volta ho avuto la possibilità di incontrare Elvis. Per un giovane cantante come me, era un'ispirazione assoluta. Ho assorbito quello che ha fatto come carta assorbente. È lo stesso che essere a scuola, si impara copiando il maestro. La sua personalità era estremamente accattivante, nelle sue interviste erano molto schivo ma era anche dolce e generoso nel lodare gli altri. Aveva un’abilità tecnica naturale, ma c'era qualcosa nell’umanità della sua voce. I primi documenti registrati per l'etichetta Sun Records sono ancora incredibili e il motivo è semplice: è stato il più grande cantante che abbia mai vissuto».
Ian Gillan

«Era un artista unico nel suo genere - unico originale in un mercato di imitatori».
Mick Jagger

«Forse l'unica altra voce mi toccò oltre quella di Luciano Pavarotti, è stata la La voce di Elvis Presley; vederlo dal vivo come ho fatto insieme a Carl di Palmer e Keith di Emerson, sia nel 1971 che nel 1976, è stata un'esperienza assolutamente incredibile e mozzafiato; come Pavarotti, Presley aveva il potere di ridurre la maggior parte delle persone alle lacrime molto rapidamente e di portarli a riflettere molto attentamente sulle loro credenze spirituali interiori; per quanto riguarda il canto, la voce umana è una questione di espressione della passione nella comprensione della condizione umana e, avendoli sentiti cantare entrambi, mi sono reso conto che erano entrambi in grado di esprimere più sentimenti, con le loro voci, di quanto avessi mai pensato possibile».
Greg Lake

«Grazie a Elvis ho deciso di interessarmi alla musica. Sono sempre stato un suo fan fin da ragazzo».
Elton John

«Ricordo Elvis quando era un ragazzo ai Sun Studios. Ho pensato subito che avesse un tremendo talento... Il suo fraseggio, il suo approccio alle canzoni era unico... come Sinatra. Io ero un grandissimo fan e, quando era in vita, pensavo che la sua inventiva non avesse fine».
B.B. King

«Io non ero solo un suo fan, ero suo fratello. Elvis è stato un gran lavoratore e il Signore lo amava. L'ultima volta che l'ho visto a Graceland, abbiamo cantato del gospel insieme. Gli voglio bene e spero di incontrarlo nell'aldilà».
James Brown

«La sua musica è fatta da deficienti che cantano testi maliziosi, lascivi, per parlare chiaramente: sporchi. Ha finito con il diventare la marcetta di ogni furfante sulla faccia della terra. È la più brutale, brutta, disperata, perversa forma di espressione che io abbia avuto la sfortuna di ascoltare».
Frank Sinatra

«Con Elvis abbiamo avuto il pacchetto completo; è tutto lì, in quella voce e in quel corpo elastici. Come ha cambiato forma, così ha fatto il mondo. Nelle sue ultime esibizioni aveva una voce ancora più grande del suo intestino, e tu piangevi mentre il messia della musica cantava il suo cuore stanco, trasformando i casinò in tempio. Penso che il periodo Vegas sia sottovalutato. Lo trovo il più emozionante. A quel punto Elvis non era chiaramente in controllo della propria vita, e c'è questo incredibile pathos. La grande voce lirica degli ultimi anni mi tocca davvero nel profondo».
Bono

«Ci sono stati molti ragazzi in gamba, molti pretendenti, ma c'è stato un solo Re».
Bruce Springsteen

Almanacco Rock del 16 agosto

1938 - Muore Robert Johnson.

1957 - gli Everly Brothers registrano "Wake Up Little Susie".

'Little' Stevie Wonder
1962 - un giovane prodigio dell’armonica, proveniente da Detroit, pubblica il suo primo singolo "(I Call It Pretty Music, But...) The Old People Call It The Blues”. Il suo nome è 'Little' Stevie Wonder e al suo fianco, alla batteria, c’è un altro esordiente di nome Marvin Gaye. Il brano non entrò mai in classifica.

1962 - Ringo Starr è, ufficialmente, il nuovo batterista dei Beatles, rimpiazzando Pete Best.

"Last Train to Clarksville" dei Monkees
1966 - i Monkees pubblicano il loro primo singolo: "Last Train to Clarksville".

1968 - i Jackson 5 hanno il loro debutto sul palco aprendo per le Supremes al Forum di Los Angeles.

1969 - Creedence Clearwater Revival, The Who, Jefferson Airplane, Santana, Sly & the Family Stone, Janis Joplin, Canned Heat, John Sebastian, Mountain, Country Joe McDonald, The Incredible String BandThe Keef Hartley Band e Quill suonano al Festival di Woodstock.

1974 - i Ramones si esibiscono per la prima volta sul palco del CBGB a New York City.

Da sinistra a destra Phil Collins e Peter Gabriel
1975 - Peter Gabriel il suo abbandono dei Genesis per iniziare una carriera solista.

1977 - Muore Elvis Presley.

1980 - il batterista Cozy Powell lascia i Rainbow

Rick Allen dei Def Leppard
1986 - Rick Allen torna dietro la batteria dei Def Leppard per la prima volta in un concerto dopo l’incidente in cui aveva perso il braccio sinistro.

venerdì 15 agosto 2014

Il Maharaja della tastiera


Il 15 agosto 1925 nasceva a Montréal, in Canada, uno dei più grandi pianisti jazz della stira: Oscar Emmanuel Peterson.
Nella sua vita Peterson ha inciso più di 200 dischi e vinto otto Grammy Awards, affiancando tutti i grandi nomi del jazz, artisti come: Ella Fitzgerald, Lester Young, Anita O'Day, Stan Getz e Louis Armstrong.
Le sue grandi doti tecniche e lo swing che lo caratterizzava gli avevano frutta il soprannome, coniato niente meno che da Duke Ellington, di "Maharaja of the keyboard”.
Oscar si spense il 23 dicembre del 2007 a Mississauga, in Canada, dopo una carriera di oltre sessant’anni.

In questo video lo vediamo, accompagnato da Berney Kessel alla chitarra e da Niels-Henning Orsted Pedersen al basso, sul palco del mitico Ronnie Scotts di Londra nel 1974.

Oscar Peterson and Barney Kessel - Watch What Happens


An Aquarian Exposition

Il 15 agosto del 1969 iniziava il più grande evento musicale della storia, il Woodstock Festival.
Della sua importanza, nel bene e nel male, si è scritto è parlato ovunque e non vogliamo desiarvi con ulteriori cronache, ci piacerebbe solo riportare le parole di un po’ di personaggi presenti all’evento e ricordare chi calco le assi di quel palco.

Venerdì, 15 agosto

Richie Havens                 5:07 pm – 7:00 pm
Swami Satchidananda 7:10 pm – 7:20 pm
Sweetwater                 7:30 pm – 8:10 pm
Bert Sommer                 8:20 pm – 9:15 pm
Tim Hardin                 9:20 pm – 9:45 pm
Ravi Shankar                10:00 pm – 10:35 pm
Melanie                        10:50 pm – 11:20 pm
Arlo Guthrie                11:55 pm – 12:25 am
Joan Baez                12:55 am – 2:00 am

«Quando ho suonato a Woodstock... Non dimenticherò mai quel momento, guardando centinaia di migliaia di persone, il mare di umanità, tutte quelle persone unite in un modo così unico.  Mi ha toccato in un modo che non dimenticherò mai».
Edgar Winter 

«Descrivere Woodstock come il 'big bang', penso che sia corretto , perché la cosa importante non è quante persone ci fossero o che si suono un sacco di musica davvero meravigliosa».
David Crosby 

«Woodstock era sia una protesta pacifica che una celebrazione globale».
Richie Havens 

«Woodstock è così famoso perché questo paese è così incentrato sulla quantità. È stato grande. Mezzo milione di persone non significano necessariamente che qualcosa sia anche buono. Significa solo che è grande».
Grace Slick 

«Ciò che è accaduto è sono andato a Woodstock come uno  del pubblico. Non mi sono presentato lì con un road manager e un paio di chitarre. Mi presentai con un cambio di vestiti e uno spazzolino da denti».
John Sebastian 

«Ero ammirato da tutti questi hippie, ed è stato meraviglioso suonare a Monterey e a Woodstock, esibendomi per mezzo milione di persone».
Ravi Shankar 

«Ero a Woodstock. Nel fango».
Louis Gossett Jr 

«Woodstock era l'antitesi di ciò in cui l'industria musicale si trasformò in seguito. E se qualcuno cerca di legare un altro festival di Woodstock a uno sponsor antipatico, sarò lì a protestare di nuovo».
Michael Wadleigh 

«È il momento che non dimenticherò mai finché vivrò: a un quarto di miglio di distanza nel buio, sul bordo di questa conca naturale, c'era un ragazzo che sventolava il suo accendino acceso, e nella notte sento, "Non  ti preoccupare John. Siamo con voi ". Ho suonato per il resto dello show solo per quel ragazzo».
John Fogerty

«Si tratta dei più silenziosi e più ben educati 300.000 ragazzi riuniti in un solo posto che si possano immaginare. Non ci sono stati scontri o episodi di violenza di qualsiasi tipo».
Michael Lang

giovedì 14 agosto 2014

Ancora?!?

Piccola digressione personale, passatemela. Oggi stavo guardando un po’ di siti di news musicali e, scorrendo una pagina web dopo l’altra, mi sono ritrovato a pensare:«Ancora?!?».
Ma non una volta sola, più e più volte.

Faccio degli esempi:
1 - Plant e Page, nessuna possibilità di una reunion… Ancora?!?
2 - Deep Purple: Ian Gillan parla del rapporto con Blackmore… Ancora?!?
3 - U2: in autunno singolo e nuovo album? Ancora?!?
4 - Duff McKagan a caccia di un nuovo cantante per i Velvet Revolver… Ancora?!?
5 - Potrebbe non vedere mai la luce il nuovo album dei Blur… Ancora?!?
6 - Michael Jackson ecco il nuovo video, "A place with no name"… Ancora?!?
7 - Guidò drogato a Miami, Justin Bieber si dichiara colpevole (e evita la condanna)… Ancora?!?
… e ancora, ancora, ancora, ancora, ancora, ancora…

Ora, partiamo dal presupposto che io sia una sorta di ‘talebano della musica’, aggiungiamo che sono anni che leggo notizie di musica e quindi ormai ne ho lette di ogni, ammettiamo anche che sono uno spaccapalle e un po’ saccente. Detto questo devo ammettere di essere parecchio stufo e un po’ schifato del panorama, forse sono troppo legato al passato e me lo immagino anche più roseo di quello che fosse in realtà, ma i tempi odierni sono veramente pietosi.

Analizziamo nel dettaglio
1 - Dal Celebration Day in poi, ogni due o tre mesi si riparla di reunion, nuova formazione e nuovi dischi degli Zeppelin. Io amo la band di Plant, Page, Bonzo e Jones forse più di qualunque altra, ma hanno davvero un po’ rotto… Da parte mia, ci ho messo una pietra sopra e la loro discografia attuale basta a riempirmi il cuore di gioia e le orecchie di rock per il resto della mia vita.
2 - Sarebbe come dire: «Notizia bomba Tom insegue ancora Jerry!!!», oppure: «Esclusiva, i tifosi del Genoa odiano la Sampdori!!!». Ormai credo che non ci sia più nulla da aggiungere alla storia di amore/odio/odio/odio tra Ian e Ritchie.
3 - Sono due anni che deve uscire sto disco e si continua a parlare di presunte date di pubblicazioni, oltretutto è da Natale scorso che si parla sempre di dell’autunno 2014…
4 - Adoro Duff, ammiro Slash, non mi dispiace Scott Wailand, ma è anche ora di finirla, ognuno vada avanti per la sua strada.
5 - Ho una forte sensazione di déjà vu, non so voi, ma io la metto al pari con Page&Plant.
6 - Questo è un argomento spinoso, la ‘zombizzazione’ (passatemi il termine) degli artisti passati a miglior vita. La vediamo da sempre, guardate la discografia di Hendrix e ditemi quanti sono usciti postumi e quanti no. Con Michael Jackson questa cosa sta prendendo i contorni della farsa.
7 - Questo è il mio preferito! Non Justin Bieber!!! Voglio essere diplomatico e non passare per quello che ‘spara sulla Crocerossa’. Il fatto è che se vendo una bottiglia piena di nulla, non mi resta che parlare della bottiglia. Di come si rompe bene se la scaglio contro un muro e di che bel tintinnio fa se me la picchio sulla testa. Il regno del vuoto pneumatico incombe su di noi.

Insomma, ribadendo tutti i difetti e le idiosincrasie che ho, non credo che possiate darmi torto se, quasi quasi, mi metto a leggere la Gazzetta dello Sport (che non ho mai comprato in vita mia) invece che le news di musica…

Ditemi cosa ne pensate.

Gualtiero ‘BigG’ Tronconi

Un uomo chiamato 'Croz'

David 'Croz' Crosby
Quando, il 14 agosto 1941 a Los Angeles, nacque David Van Cortlandt Crosby, i suoi genitori, Aliph Van Cortlandt Whitehead e Floyd Crosby, non pensavano certo di aver messo al mondo un uomo che avrebbe segnato la Storia del Rock. Così fu, invece, tanto che David Crosby è stato introdotto nella Rock And Roll Hall of Fame per ben due volte, una per il suo apporto ai Byrds e una per quello con il trio Crosby, Stills & Nash.
Ma facciamo un passo indietro: il signor Floyd Crosby era un addetto alla fotografia, vincitore anche di un Oscar nel 1931 per il film ”Tabù” diretto da  Friedrich Wilhelm Murnau e di un Golden Globe nel 1953 per “Mezzogiorno di fuoco” con la regia di Fred Zinnemann. Inoltre sia lui che la moglie erano eredi di due famose famiglie nobili olandesi il piccolo David nacque così in un mix di nobiltà e mondo dello spettacolo.
Dopo aver interrotto il suo percorso scolastico in California prima della laurea, il giovane Crosby si trasferì al Greenwich Village di New York per entrare a far parte del nascente movimento musicale che lì aveva il suo cuore pulsante. David, che aveva già deciso di intraprendere la carriera musicale, divise così il palco con gente come Bob Dylan.
The Byrds
Intorno al 1963 Crosby incontrò Jim McGuinn e Gene Clark e, con l’arrivo di Michael Clarke, nacque il primo nucleo dei Byrds.
Grazie ai contanti con Dylan a band ebbe l’occasione di registrare una cover del brano “Mr. Tamburine Man” caratterizzata dalla chitarra 12 corde di McGuinn e dalle armonizzazioni vocali dello stesso McGuinn, Crosby e Clark. Il brano divenne un successo clamoroso scalando le classifiche USA e UK nel 1965.
Dopo l’abbandono di Gene Clark, nel 1966, il ruolo di principale compositore della band passò proprio a David che iniziò a creare un proprio stile di scrittura peculiare e caratteristico.
Purtroppo, gli attriti interni al gruppo portarono alla rottura e Crosby si ricordò di quella volta che aveva suonato con Stephen Stills nei Buffalo Springfield, sostituendo Neil Young. I due erano rimasti in ottimi rapporti e si incontrarono per caso ad una festa organizzata da Cass Elliot dei Mamas and the Papas.
Da sinistra a destra: Nash, Crosby e Stills
Il feeling appena avvertito durante i precedenti incontri musicali diventa una realtà e i due decidono di unirsi a Graham Nash per formare un trio. A maggio del 1969 esce il loro primo, omonimo album, e poco tempo dopo, nell’agosto del 1969, quando salgono sul palco di Woodstock, con anche Neil Young, si tratta della loro seconda esibizione live di sempre.
Ma Croz, così è chiamato il baffuto musicista dagli amici, non è solo Byrds e CS&N, la sua carriera solista, iniziata nel 1971 con “If I Could Only Remember My Name”, è altrettanto importante e prestigiosa. Nel gennaio del 2014, dopo la reunion con Stills e Nash (con uno Young come sempre scostante) e alcuni problemi di salute, Crosby ha aggiunto un altro mattone al castello della sua fama con l’album “Croz” in cui trova la complicità di amici come il trombettista jazz Wynton Marsalis e il chitarrista Mark Knopfler.