sabato 16 agosto 2014

Il Re è morto

«Fino alla prossima volta che ci incontreremo, Dio vi benedica tutti, come ha benedetto me».
Elvis Presley

Il 16 agosto 1977, alle ore 13,30, Ginger Alden entra nel bagno personale di Elvis è lo trova riverso sul pavimento, agonizzante.
Nonostante l’intervento dei paramedici e il trasporto al Baptist Memorial Hospital di Memphis, alle 15,00 Elvis Aaron Presley viene definitivamente dichiarato morto, aveva solo 42 anni.
La notizia parte da Graceland, residenza privata del Re, è fa il giro del mondo lasciando gli innumerevoli fan, ma anche chi non lo è, basito e sconvolto.
Solo un’ora dopo la morte di Elvis, circa un migliaio di persone si accalcano fuori dai cancelli di Graceland. Ora della tarda serata saranno più di ottantamila.
Elvis era il Re, la storia del Rock, ma anche della musica in generale e della società americana, più essere tranquillamente divisa in un era pre-Elvis e una post-Elvis.
Per dirla come Keith Richards: «Prima di Elvis il mondo era in bianco e nero. Poi è arrivato... ed ecco un grandioso technicolor».

Gualtiero ‘BigG’ Tronconi

«La sua era l'unica voce che avrei voluto, tra tutte quelle dei cantanti di musica pop».
Placido Domingo

«Non hai idea di quanto grande sia, davvero non lo sai. Non puoi capirlo - è assolutamente impossibile. Non posso dirti perché è così grande, ma lui lo è».
Phil Spector

«Quella sera al "Eagle's Nest", mi ricordo, stava suonando una chitarra acustica Martin D-18 ed era vestito all'ultima moda ma la cosa che ho davvero notato però, era il suo modo di suonare la chitarra. Elvis era un chitarrista ritmico favoloso. Aveva iniziato con "That's All Right", con la sua chitarra, da sola, e non voleva sentire niente altro».
Johnny Cash

«Una volta, tutto ciò che sapevamo su Elvis era che cantava come un figlio di puttana; e questo era tutto ciò che contava. Andavi a fare benzina e alla stazione di servizio sentivi Elvis cantare "Surrender”. Il mistero era tutto per quel ragazzo; la voce, il mistero e il non sapere E penso che la cosa bella di tutto ciò che si sente alla radio è che non si vuole sapere troppo».
Robert Plant

«Elvis ha cambiato la scena musicale del paese un bel po'; ha quasi messo musica country fuori mercato».
Chet Atkins

«Insieme al resto dei Deep Purple, una volta ho avuto la possibilità di incontrare Elvis. Per un giovane cantante come me, era un'ispirazione assoluta. Ho assorbito quello che ha fatto come carta assorbente. È lo stesso che essere a scuola, si impara copiando il maestro. La sua personalità era estremamente accattivante, nelle sue interviste erano molto schivo ma era anche dolce e generoso nel lodare gli altri. Aveva un’abilità tecnica naturale, ma c'era qualcosa nell’umanità della sua voce. I primi documenti registrati per l'etichetta Sun Records sono ancora incredibili e il motivo è semplice: è stato il più grande cantante che abbia mai vissuto».
Ian Gillan

«Era un artista unico nel suo genere - unico originale in un mercato di imitatori».
Mick Jagger

«Forse l'unica altra voce mi toccò oltre quella di Luciano Pavarotti, è stata la La voce di Elvis Presley; vederlo dal vivo come ho fatto insieme a Carl di Palmer e Keith di Emerson, sia nel 1971 che nel 1976, è stata un'esperienza assolutamente incredibile e mozzafiato; come Pavarotti, Presley aveva il potere di ridurre la maggior parte delle persone alle lacrime molto rapidamente e di portarli a riflettere molto attentamente sulle loro credenze spirituali interiori; per quanto riguarda il canto, la voce umana è una questione di espressione della passione nella comprensione della condizione umana e, avendoli sentiti cantare entrambi, mi sono reso conto che erano entrambi in grado di esprimere più sentimenti, con le loro voci, di quanto avessi mai pensato possibile».
Greg Lake

«Grazie a Elvis ho deciso di interessarmi alla musica. Sono sempre stato un suo fan fin da ragazzo».
Elton John

«Ricordo Elvis quando era un ragazzo ai Sun Studios. Ho pensato subito che avesse un tremendo talento... Il suo fraseggio, il suo approccio alle canzoni era unico... come Sinatra. Io ero un grandissimo fan e, quando era in vita, pensavo che la sua inventiva non avesse fine».
B.B. King

«Io non ero solo un suo fan, ero suo fratello. Elvis è stato un gran lavoratore e il Signore lo amava. L'ultima volta che l'ho visto a Graceland, abbiamo cantato del gospel insieme. Gli voglio bene e spero di incontrarlo nell'aldilà».
James Brown

«La sua musica è fatta da deficienti che cantano testi maliziosi, lascivi, per parlare chiaramente: sporchi. Ha finito con il diventare la marcetta di ogni furfante sulla faccia della terra. È la più brutale, brutta, disperata, perversa forma di espressione che io abbia avuto la sfortuna di ascoltare».
Frank Sinatra

«Con Elvis abbiamo avuto il pacchetto completo; è tutto lì, in quella voce e in quel corpo elastici. Come ha cambiato forma, così ha fatto il mondo. Nelle sue ultime esibizioni aveva una voce ancora più grande del suo intestino, e tu piangevi mentre il messia della musica cantava il suo cuore stanco, trasformando i casinò in tempio. Penso che il periodo Vegas sia sottovalutato. Lo trovo il più emozionante. A quel punto Elvis non era chiaramente in controllo della propria vita, e c'è questo incredibile pathos. La grande voce lirica degli ultimi anni mi tocca davvero nel profondo».
Bono

«Ci sono stati molti ragazzi in gamba, molti pretendenti, ma c'è stato un solo Re».
Bruce Springsteen

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