domenica 3 agosto 2014

Eric Clapton & Friends - The Breeze: An Appreciation of JJ Cale

Da sinistra a destra: JJ Cale e Eric Clapton
Da John Weldon Cale è uno di quegli artisti che la gente conosce poco, ma che tutti i musicisti che contano amano e apprezzano. Cale nacque il 5 dicembre 19038 a Oklahoma City e morì il 26 luglio 2013 di infarto. 
Nel corso della sua carriera decise che le luci della ribalta non erano ciò che cercava, la sua strada era quella dell’autore e così si gettò a capofitto sulla scrittura dando vita a una serie di brani che altri interpreti portarono al successo.
Canzoni come “After Midnight” e “Cocaine” diventarono, e sono tuttora, cavalli di battaglia di Eric Clapton, uno dei più appassionati estimatori del talento compositivo di JJ Cale. Ma anche giovani artisti come John Mayer (“Call Me The Breeze”) si sono confrontati con il repertorio di Cale, così come  altri ‘mostri sacri’ come Captain Beefheart (“Same Old Blues”), Johnny Cash (“Call Me The Breeze”), Deep Purple (“Magnolia”), Lynyrd Skynyrd (“Bringing It Back”, “Call Me The Breeze”, “Same Old Blues”).
Ma torniamo al rapporto tra Clapton e JJ, Slowhand è stato uno dei pochi, durante il suo Crossroads Festival del 2004, a riportare su un palco Cale, per poi incidere con lui un album, nel 2006, intitolato “The Road to Escondido”.
Alla morte dell’amico, Clapton decide così di dedicargli un tributo, che è stato pubblicato proprio in questi giorni, dal titolo “The Breeze: An Appreciation of JJ Cale”. Assieme al chitarrista inglese troviamo anche Tom Petty, Mark Knopfler, John Mayer, Don White e Willie Nelson.
La track list si snoda lungo successi più o meno famosi di JJ Cale, tra cui: "Call Me the Breeze”, "Someday”, “I Got the Same Old Blues”, “Magnolia” e altre, per un totale di sedici brani tra cui, purtroppo, manca una vera e propria perla, quella canzone per cui premere il tasto ‘repeat’ e riascoltarla fino a consumare la traccia…
Tutto è molto piacevole, pulito, ben fatto ma manca forse un po’ di cuore, cosa strana considerando il tipo di disco, tributo ad un amico scomparso, e il calibro degli artisti in gioco.
In definitiva, per chi non conoscesse JJ Cale questo disco può essere, in modo quasi surreale, una buona introduzione, ma vi consigliamo comunque di andare a scoprire qualcosa di originale di Cale nella sua interpretazione, potreste scoprire che questo autore di portata enorme non era poi niente male anche come interprete.

Gualtiero ‘BigG’ Tronconi

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