giovedì 31 luglio 2014

Ricordi e CD rotti

Oggi ho fatto pulizia in macchina e, oltre ad altre schifezze di cui vi evito la descrizione, ho ritrovato qualcosa come un centinaio di CD... È pazzesco come ognuno di essi mi abbia catapultato in periodo diverso della mia vita, rimettere ogni CD nella sua custodia, vedere quali si fossero salvati dalla mia incuria e quali no è stato come fare una sorta di punto della situazione della vita, giusto prima di partire per le vacanze...
Ho ritrovato ben quattro CD di Ben Harper, adoro ascoltarlo in macchina. Parecchia roba dei Pink Floyd, tutta miracolosamente nella sua custodia e intonsa, evidentemente il mio inconscio mi porta a preservare certe cose.
 Poi c'erano alcuni dischi italiani: Afterhours, La Crus, Cristina Donà, Stormy Six e altri, un po' sparsi in giro e, qualcuno, non si è salvato dal mio catastrofico 'sistema di archiviazione'. In definitiva è stato un bel viaggio nei ricordi e, una volta ancora, mi sono reso conto di quanto la musica sia in grado, alla faccia delle madeleine di Proust, di farci volare indietro nel tempo in un singolo colpo di cassa.
Quindi, sistemando il primo disco dei Rage Against The Machine sono tornato alla prima volta che li ho sentiti, pensando che fossero la cosa più emozionante che ascoltavo da tempo, e poi mi hanno portato ancora a Modena, al loro ultimo concerto in Italia, assieme agli amici, in giro per la città già dalla mattina.
Credo che questa capacità sia una delle cose che più amo della musica e che continua a farmene ascoltare di nuova, così da avere altri ricordi da ritrovare nel vano porta oggetti della mia prossima macchina.

 Gualtiero 'BigG' Tronconi

mercoledì 30 luglio 2014

C'era una volta la Apple Boutique

Il 30 luglio 1968 la Apple Boutique fondata dai Beatles e dalla Apple Corps chiudeva i battenti. Il negozio era stato inaugurato il 5 dicembre 1967. Tra gli invitati, oltre ai Beatles accompagnati dalle rispettive mogli e/o amanti, c'erano ospiti illustri come Eric Clapton e Jack Bruce
Sulle pareti dell'edificio che ospitava la Apple Boutique venne dipinto uno grande murales realizzato dai designer olandesi Simon Posthuma e Marijke Koeger con il contributo dei pittori Josje Leeger, Simon Hayes e Barry Finch. I cinque intascarono complessivamente 100.000 sterline dell'epoca per realizzare la loro opera, che fu aspramente criticata da chi viveva nella zona e non era felice di vedere un edificio del 1795 imbrattato con disegni assurdi.
Ma cos'era la Apple Boutique? Qual era il concept che stava alla base di questo insolito shop? 
Paul McCartney rispose così ai giornalisti: «It's a beautiful place where beautiful people can buy beautiful things» (cioè: è un luogo meraviglioso dove gente meravigliosa acquisterà cose meravigliose). Presso la Apple Boutique era possibile acquistare sgargianti capi di abbigliamento alla moda e oggettistica. La parola 'buotique' non piaceva a John Lennon ma le sue perplessità non furono prese in considerazione. 
A partire dal 6 dicembre 1967, però, cominciarono i guai: la gente entrava, sceglieva vestiti o gadget, li metteva in borsa e andava via senza pagare una sola sterlina. Gente meravigliosa? Macché, erano ladri meravigliosamente disinvolti. Nonostante il via vai di ladruncoli nessuno chiamò la polizia, la cui presenza non era gradita là dove si professavano pace, amore e libertà seppur con finalità commerciali. 
Quando la perdita del negozio raggiunse le 200.000 sterline si decise di chiudere. 
Paul McCartney spiegò: «Tutto sommato le cose stavano andando bene ma ci siamo resi conto che i Beatles e la Apple Corps non vogliono vendere: vogliono donare qualcosa alla gente. Quando abbiamo visto che Apple Boutique era diventato un negozio come tanti altri abbiamo preferito dire: basta».
Il 30 luglio 1968 la gente fu invitata a entrare per l'ultima volta nella Apple Boutique per scegliere un vestito o un oggetto da portare con sé gratuitamente. La voce si sparse velocemente e ci fu un assembramento, con colluttazioni e risse. A quel punto chiamare la polizia fu inevitabile.

Maurizio Maus Principato

L'arte della copertina

"1000 Record Covers" by Michael Ochs
Sono anni che scrivo di copertine di album, ne ho studiate e analizzate tante, di molte ho scritto anche su riviste di musica o fotografia. Ovviamente è un argomento che mi affascina e che amo, rendere graficamente l'intero concetto di un album o lo spirito di un artista in un dato momento, un'opera improba al cui solo pensiero qualsiasi art director dovrebbe sbiancare.
Ci sono in realtà fotografi e artisti visuali che hanno fatto di questa 'forma d'arte' una delle loro principali attività, basti pensare a un fotografo come Anton Corbijn che ha scatto le immagini di copertina per artisti come U2, Joy Division, Depeche Mode, Tom Waits, Bruce Springsteen, David Bowie, Miles Davis, Björk, Captain Beefheart, Siouxsie and the Banshees e Morrissey (solo per dirne alcuni), segnando per sempre l'iconografia del rock.
Un altro nome che non può assolutamente essere dimenticato è quello di Storm Thorgerson che, con lo studio Hipgnosis e da solo, ha firmato alcune delle copertine più belle di sempre: da "Dark Side Of The Moon" dei Pink Floyd, all'omonimo primo album solista di Peter Gabriel. Proprio al lavoro di Thorgerson è dedicato un libro fantastico edito dalla Omnibus Press: "Taken by Storm: The Album Art of Storm Thorgerson" in cui vengono analizzate, dall'artista stesso, le varie copertine a cui ha lavorato.
Altri due libri che amo consultare e che consiglio a chi fosse interessato all'argomento sono "1000 record covers" di Michael Ochs (uno dei più grandi collezionisti e catalogatori di materiale iconografico musicale), edito da Taschen, e "LP cover. Copertine di dischi tra mito e storia" di Antonio Gaudino ed edito da Mondadori Electa. Si tratta di due veri e propri cataloghi di copertina con, nel primo caso, delle brevi didascalie con le informazioni fondamentali (Artista, Titolo, Etichetta, Anno di uscita, Art Director), mentre il libro di Gaudino si dilunga un po' di più raccontando anche qualcosa sul disco e sulla copertina stessa.
Altre fonti interessanti possono essere: "The Art of the LP: Classic Album Covers 1955-1995" di Johnny Morgan e Ben Wardle (Sterling), "The Greatest Album Covers of All Time" di Grant Scott e Johnny Morgan (Collins & Brown) e "Coast to Coast Album Covers: Classic Record Art from New York to LA" di Graham Marsh e Glyn Callingham (Collins & Brown).
Se, come me, amate i vostri dischi, questi strumenti potrebbero aiutarvi a scoprire cosa c'è dietro le loro copertine e, forse, perché non riuscite a passare giorno senza pensare a un prisma...

Gualtiero 'BigG' Tronconi

martedì 29 luglio 2014

Philip Sayce - "Influence"

Philip Sayce è nato in Canada e cresciuto a suon di Jimi Hendrix, Stevie Ray Vaughan, Mark Knopfler ed Eric Clapton. Proprio un concerto di Slowhand a Toronto lo 'illumina sulla via del blues', Philip ricorda: «La sua versione così groovy di “Crossroads” ha avuto un impatto enorme su di me gettando le basi per la mia musica. Clapton faceva qualcosa di diverso da tutti i giovani chitarristi, lui metteva a nudo il suo cuore sul palco».
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata un po' e Philip è anche riuscito a realizzare uno dei sogni di ogni giovane chitarrista, salire sul palco con il suo idolo, quando Clapton lo ha invitato a suonare al suo “Crossroads Festival” al Madison Square Garden di NYC, nel 2013.
Photo by Austin Hargrave
A settembre uscirà il nuovo album di Sayce, “Influence”, l'ho ascoltato e mi ha fatto letteralmente girare la testa.
L’album si apre con “Tom Devil”, un brano inciso da Ed Lewis & Prisoners in “Southern Journey, Vol. 5: Bad Man Ballads”, una delle raccolte di folk music americana realizzate da Alan Lomax. Philip riprende l’andamento incalzante e quasi ipnotico del cantato originale e lo porta dalle strade ferrate, a cui lavoravano i detenuti agli inizi del secolo, per portarlo nei psichedelici anni Settanta.
Il resto si dipana sul filo tra rock (“Light Em Up”), blues (“Triumph”), funk (“Out Of My Mind”) e psichedelia, tutti ingredienti dosati in maniera impeccabile, da finissimo gourmet musicale.
Insomma, il disco è entrato nella mia macchina una settimana fa, non credo che ne uscirà molto presto.

Gualtiero 'BigG' Tronconi

Se ti piace questo disco ascolta anche:
Crosstown Traffic” – Jimi Hendrix
Don't Let Your Chance Go By” - Jeff Healey
Pride And Joy” - Stevie Ray Vaughan

lunedì 28 luglio 2014

Benvenuti!!!

Abbiamo pensato a lungo a come iniziare questa nuova avventura: un blog dedicato a tutte le forme musicali che più ci piacciono.
Qui, io e Maus abbiamo deciso scrivere tutto quello che della musica ci piace di più, si tratti di libri, film, dischi, concerti, etc...
Tutto con lo stile che ci contraddistingue e che alcuni di voi già conoscono per le nostre passate esperienze.
Quindi non ci resta che darvi il benvenuto e augurarvi buona lettura.

Gualtiero "BigG" Tronconi