domenica 24 agosto 2014

Largo all'avanguardia: Stabat Akish (Francia)

Frank Zappa [1940 - 1993]
Nel corso della propria carriera il compositore, musicista e filosofo Frank Zappa rilasciò un numero elevato di interviste. Se l'intervistatore era impreparato e/o ottuso ne risultavano interviste poco o niente affatto interessanti in cui non emergevano aspetti legati al lavoro, al pensiero e agli intenti di Zappa. Se l'intervistatore, al contrario, era preparato e acuto allora ne scaturivano conversazioni di spessore, utili per capire la musica dell'intervistato e, con qualche aggiustamento di mira, il senso della vita e dell'Universo.
Alcuni estratti da buone interviste a Zappa si trovano nel libro "Frank Zappa. Compositore americano 1940-1993" (editore Auditorium, Milano) di Marco Bazzoli.
Una bella intervista completa rilasciata da Zappa al giornalista e studioso americano Paul Zollo è contenuta nell'ottimo volume "Rocknotes - I grandi songwriters si raccontano" (editore Minimum Fax).
Una delle riflessioni illuminanti di Zappa che preferisco è questa:
«Quando un compositore scrive della musica si sta comportando come un cuoco che scrive una ricetta su un foglio. L'esecuzione della musica e la preparazione del cibo sono un altro discorso. Una partitura è l'equivalente di una ricetta e una ricetta NON è una pietanza di cui cibarsi a meno che non siate così cretini da pensare che le ricette si mangiano».
Stabat Akish
Saggezza.
Ho ritrovato questa frase perlustrando il sito della band francese Stabat Akish, un sestetto di stanza a Toulouse guidato dal contrabbassista e autore Maxime Delporte.
La musica degli Stabat Akish è un contenitore di esperienze/generi musicali dove si intrecciano senza soluzione di continuità jazz, rock, musica sperimentale, fughe atonali e fantasiose bizzarrie che sfuggono alle catalogazioni.
Avanguardia? Sì, nel senso migliore e meno elitario del termine.
Gli Stabat Akish sono 'zappiani'. Mi spiego meglio. NON scimmiottano Frank Zappa né lo emulano ma, dopo averne studiata la lezione, sviluppano un loro personalissimo percorso musicale ricco di invenzioni piacevoli o urticanti o allegramente folli. In questo senso sono anche 'zorniani' (da John Zorn).
C'è bisogno di musica così? Assolutamente sì.
Ferdinand Doumerc
È l'unico modo per tenere viva la voglia di ascoltare 'cose' nuove senza restare imprigionati nella palude dei nostalgici, ovvero di coloro che ritengono buone solo le canzoni o le composizioni del passato.
Non è normale lmitarsi ad ascoltare gli stessi gruppi per tutta la vita. Significa restare fermi e l'immobilità è disdicevole perché impedisce la crescita spirituale e lo sviluppo cerebrale.
Muoversi fa bene e gli Stabat Akish, per quanto non sempre immediati e quindi distanti dal concetto di 'facile fruizione', contribuiscono a mantenersi mentalmente agili.
Ascoltate per esempio il brano in studio Troide oppure Brainstorm Suite 2 et 5.
La musica è una galassia di linguaggi e ogni artista degno di essere definito tale parla un suo (diciamo così) dialetto. Tenersi in esercizio ascoltando il maggior numero di dialetti possibile è una buona cosa e mi sento di suggerirla a chiunque desideri nutrirsi di musica. Chi invece sta bene ascoltando e riascoltando solo che già conosce (a questo proposito vi invito a rileggere il divertente e puntuale post di Gualtiero Tronconi intitolato Ancora?!?) faccia pure come crede.
Da sin: M. Maffiolo, F. Doumerc, R. Lecrerc, M. Delporte
Ma per chiudere usando una metafore tutta italiana, vi propongo un parallelismo con il cibo: provate a immaginare cosa potrebbe significare avere nel piatto tutti i giorni lo stesso menù.
Che palle, vero?
Esatto.
Maurizio Principato
DISCOGRAFIA di STABAT AKISH
Stabat Akish - Tzadik Records [2009]
Nebulos - AltrOck [2012]

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