lunedì 11 agosto 2014

Più famosi di Gesù

È l’11 agosto del 1966 quando il gruppo più famoso del mondo, The Beatles, atterra all’aeroporto O’Hare di Chicago per iniziare un nuovo tour negli USA. Assediati da fan e giornalisti i quattro ragazzi di Liverpool si trasferiscono al Astor Tower Hotel dove si terrà una conferenza stampa.
Le domande iniziano ad arrivare e i musicisti rispondono con arguzia e spirito come al solito finché un giornalista non dirige a John Lennon la fatidica domanda: «È vero che lei ha dichiarato che siete più famosi di Gesù?». La stanza si gela e John, dopo pochi interminabili istanti, conferma.
Non dimentichiamo dove siamo e in che periodo, gli Stati Uniti di metà anni Sessanta, la nazione che più di ogni altra si sente unta dal Signore e dove la grande maggioranza silenziano dei WASP (White/bianco, Anglo-Saxon/anglosassone, Protestant/protestante) detiene il potere con grande fermezza decidendo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Da quel momento fu il panico… Torme di ragazzi iniziarono a bruciare i dischi dei Beatles, molte date del tour vennero cancellate con minacce, neanche troppo velate, verso la band a non farsi più vedere nei paraggi. Tutto questo per una frase, sicuramente male espressa, ma che faceva parte di un discorso più articolato e complesso.
D’altro canto John era l’anima ribelle del gruppo, meno politically correct di Paul e meno ‘trasparente’ di Ringo e George. Dopo mesi di proteste e pubblici anatemi John decise, a malincuore, di ritrattare e scusarsi pubblicamente per la sua infelice sparata.
La cosa comica è che tutto aveva in realtà avuto inizio in Gran Bretagna, per la precisione in una lunga intervista intitolata “Come vive un Beatle? John Lennon vive così” uscita sull’Evening Standard e firmata da una vecchia amica di Lennon, la giornalista Maureen Cleave. Nell’articolo John si dilungava su temi generali e musicali e, a proposito dei suoi appassionati studi di religione, il musicista dichiarò: «Il cristianesimo scomparir. Si ridurrà e svanirà. Non occorre che lo dimostri. Io ho ragione e si vedrà che ho ragione. Adesso noi siamo più popolari di Gesù: non so chi scomparirà per primo, rock 'n' roll o cristianesimo. Gesù andava bene ma i suoi discepoli erano rozzi e ignoranti. Per me è il travisamento che loro hanno fatto che rovina tutto».
Questa affermazione, per quanto forte, in Gran Bretagna passò praticamente inosservata ma, il 29 luglio, una rivista giovanile americana, il Datebook, riporto uno stralcio dell’articolo della Cleave intitolandolo proprio "Non so chi scomparirà per primo--rock 'n' roll o cristianesimo”. Da qui cominciò una vera frattura tra gli USA e i Fab Four, l'episodio fu un punto di svolta per il gruppo; anche se la protesta pubblica non fu affatto così estesa come si potrebbe ricavare dalle sequenze dei cinegiornali che rappresentano giovani che gettano nel fuoco foto pubblicitarie e fodere di dischi.
Negli Stati Uniti, espressioni di indignazione furono più frequenti nel Sud. A Nashville, per esempio, il Ku Klux Klan organizzò una dimostrazione anti-Beatle che radunò 8.000 persone presso il luogo in cui i Beatles tennero due concerti per 24.000 spettatori paganti facendo il tutto esaurito. Al di fuori della Bible belt, tuttavia, le reazioni andarono dal divertimento alla sofisticheria.
Per essere un paese che si basa sulla libertà di parola e di religione ‘l’affare Beatles VS Gesù’ non fu gestito in maniera molto libertaria…

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